Narra una leggenda che i Galli, seguendo il generale romano Marco Furio Camillo (che era stato richiamato dall'esilio per difendere Roma) erano riusciti a scoprire un passaggio segreto che avrebbe permesso loro di accedere al Campidoglio, e si preparavano nottetempo a conquistare il colle. Un'altra versione parla di un cunicolo sotterraneo scavato dagli stessi assedianti.

Quale che sia la verità, a un certo punto alcune oche, unici animali non ancora sacrificati alla fame degli assediati perché sacre a Giunone, disturbate dai Galli cominciarono a starnazzare rumorosamente avvertendo del pericolo Marco Manlio, un abile soldato che era stato console tre anni prima e che stava difendendo la rocca: "Mentre i suoi compagni correvano in disordine - racconta Tito Livio - con un colpo di scudo ricacciò giù dal pendio un nemico che era già riuscito a raggiungere la sommità dell'erta e travolse quelli che gli venivano dietro. E poiché si aggiunsero gli altri, i Galli vennero allontanati con lancio di frecce e pietre, e precipitarono".

L'assedio fu dunque respinto grazie al provvidenziale intervento delle oche, e l'arrivo di Furio Camillo ribaltò le sorti della guerra a favore dei Romani.

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