I conservatori si chiamano così perché quando nacquero, nel XVII secolo a Napoli, Venezia e Palermo, erano istituti per la "conservazione" (protezione) degli orfani e dei ragazzi più bisognosi.

Tra gli intenti c'era quello di avviarli a una professione, e fra queste anche quella del musicista.

Così al conservatorio i ragazzi non imparavano solo a leggere e scrivere, ma anche a cucire, dipingere, lavorare il legno e, a chi mostrava di averne maggiore predisposizione, veniva impartita un'educazione musicale.

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