Nella Bibbia cristiana, qual è il nome dell'angelo che apparve a Maria, la madre di Gesù?
Nelle religioni abramitiche, Gabriele (in ebraico גַּבְרִיאֵל, Gavriʼel; in latino Gabriel; in greco Γαβριήλ; in ebraico tiberiano Gaḇrîʼēl; e in arabo جبريل Jibrīl o Jibraeil), significa "Potenza di Dio ('El)" o "Dio ('El) è forte".
Il nome deriva dall'ebraico e significa: "potenza di El", "forza di El", "fortezza di El".
Ha annunciato la nascita di Giovanni Battista e di Gesù, e per i musulmani è stato il tramite attraverso cui Dio rivelò il Corano a Maometto. Insieme a Michele e Raffaele, è uno degli angeli menzionati nella Bibbia. Rappresentato anche come "la mano sinistra di Dio", è il primo ad apparire nel Libro di Daniele della Bibbia.
Nella tradizione biblica è a volte rappresentato come l'angelo della morte, uno dei Messaggeri di Dio: anche come angelo del fuoco. Il Talmud lo descrive come l'unico angelo che può parlare siriaco e caldeo. Nell'Islam, Gabriele è uno dei capi Messaggeri di Dio.
Nella tradizione cristiana è conosciuto come uno degli arcangeli, anche se questo non trova riscontro nella Bibbia, dove si parla sempre di un solo arcangelo (angelo capo) al singolare e mai al plurale e, comunque, mai riferito a Gabriele bensì a Michele.
I riferimenti a Gabriele sono sempre e soltanto in qualità di 'angelo' ossia messaggero e mai di 'arcangelo'. Nell'Antico Testamento Gabriele interpreta la visione profetica del capro e del montone (Daniele 8:15-26) e spiega la predizione delle 70 settimane (490 anni) dell'esilio da Gerusalemme (Daniele 9:21-27).
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