Busillis è un termine che ha assunto il significato di "problema spinoso e di difficile soluzione", "punto dolente della questione". Deriva da un'errata sillabazione della frase latina in diebus illis (in quei giorni o a quel tempo). Da qui le espressioni "non venire a capo del busillis" o "qui sta il busillis".

Secondo la tradizione, un amanuense che stava ricopiando un testo del Vangelo chiese a Giovanni di Cornovaglia (ca. 1170) il significato del termine 'busillis'. A un controllo si scoprì che il testo originale recitava "in diebus illis magnis plenæ" ("in quei giorni vi era abbondanza di grandi cose"). L'amanuense aveva invece erratamente segmentato il testo in "indie busillis magnis plenæ".

L'errore dell'amanuense diventa comprensibile se si considera che l'uso di lasciare uno spazio tra le parole è un'acquisizione recente. Non tutte le lingue lo fanno: il cinese e il giapponese moderni ad esempio scrivono i loro testi senza nessuna interruzione. Gli spazi non vennero usati in latino fino al 600 d.C. – 800 d.C. circa. Al loro posto si usava il punto mediano.

Oggi il termine è utilizzato nel linguaggio aulico per indicare un gran pasticcio o una situazione di confusione. Andrea Camilleri nei romanzi del commissario Montalbano utilizza "busillisi", conformando il termine alle sonorità del dialetto siciliano.

Nel significato di difficoltà, questione spinosa, è utilizzato da Francesco Perri in Emigranti, dove si legge, al capitolo II, "Lì stava il busillis".

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