Il termine ushabti, ovvero “colui che risponde”, indica una categoria di statuette funerarie che gli Egiziani collocavano nelle tombe dal Medio Regno sino all’epoca Tolemaica. Da uno o più esemplari per corredo funerario, il loro numero aumenta nel tempo fino a raggiungere le molte centinaia di esemplari.

Le statuette venivano animate magicamente grazie al capitolo VI del Libro dei Morti, che portavano, quasi sempre, iscritto o dipinto sul corpo.

L’ushabti può così contribuire alla sopravvivenza eterna del defunto, sostituendolo nei lavori agricolo dell’oltretomba e utilizzando a tale scopo gli strumenti agricoli, la zappa e l’aratro, che stringe nelle mani e il sacchetto per le sementi che tiene sulla schiena.

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