Vissarion Grigor'evič Belinskij (Suomenlinna, 11 giugno 1811 – San Pietroburgo, 7 giugno 1848) è stato un filosofo e critico letterario russo.

Fu direttore prima de L'osservatore moscovita e poi collaborò anche, nel 1839 - 46, ad Annali patrii (Отечественные записки) e dal 1846 a Sovremennik (Современник, il Contemporaneo).

Durante l'inizio della sua carriera venne influenzato da Friedrich Schelling e Fichte e successivamente aderì alle posizioni della sinistra hegeliana (in particolare di Ludwig Feuerbach). La sua visione restò comunque in sostanza individualistica. Egli, pur facendo sue le premesse teoriche del socialismo, ne rifiutò in parte gli sviluppi politici, avendo timore che l'individuo potesse scomparire nella collettività. In campo estetico, Belinskij disse che la poesia era la contemplazione immediata della verità. La necessità del 'vero artistico', che la letteratura non può non accettare, rispecchia la concreta naturalezza esistenziale, che deve adeguare le proprie strutture all'interna dialettica sociale della realtà. Nelle posizioni di Belinskij furono ravvisati poi i presupposti teorici del realismo socialista).

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