La locuzione latina natura non facit saltus, tradotta letteralmente, significa la natura non fa salti è stata usata da Leibniz, poiché egli negava l'esistenza degli atomi, cioè di quantità discrete indivisibili. Fu ripresa da Linneo nell'opera Philosophia Botanica (cap. 27), pubblicata a Stoccolma nel 1751.

Con la frase Tout va par degrés dans la nature, et rien par saut («tutto va per gradi nella natura, e niente con salto»), Leibniz, che era matematico oltreché filosofo, fece riferimento alla natura continua e non discreta di questa gradazione nella natura.

Leibniz fu oppositore di Isaac Newton; poiché rimanevano irregolarità celesti che Newton non era riuscito a spiegare, i suoi oppositori avevano campo libero. Leibniz si spinse a dire che:

«è un vero e proprio ritorno alle qualità occulte e inspiegabili: si rinnegano la Filosofia e la Ragione per dare asilo all'ignoranza e alla pigrizia.»

Nella filosofia di Leibniz ogni realtà è monade, con diversi gradi di coscienza e vicinanza all'essere.

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