I Romani, così come gli Etruschi, adottavano una settimana di otto giorni, i quali erano contrassegnati con le lettere dalla A alla H. Dato che l'anno iniziava sempre con la lettera "A", ogni data era sempre contraddistinta dalla stessa lettera. A questo scopo anche il giorno addizionale, che veniva inserito negli anni bisestili dopo il 24 febbraio, aveva la stessa lettera del giorno precedente. Tale settimana veniva chiamata ciclo nundinale ed era cadenzata dai giorni di mercato, che si svolgevano ogni otto giorni. Essi erano le cosiddette nùndine (dal lat. nundinae, composto da novem nove e dies giorno) da cui l'aggettivo nundinale per scandire la periodicità settimanale di "nove giorni" (dovuta al conteggio tutto incluso dei Romani, laddove oggi diremmo periodicità di otto giorni). Poiché la durata dell'anno non era un multiplo di 8 e tenendo conto che esso iniziava sempre con la lettera "A", si aveva che la lettera per il giorno di mercato (nota come lettera nundinale), pur rimanendo costante durante tutto l'anno, non era la stessa al passare degli anni. Se, ad esempio, la lettera per i giorni di mercato di un dato anno era stata la "H" e l'anno era di 355 giorni, l'ultimo giorno di mercato nell'anno era il 352-esimo e la lettera nundinale per il giorno di mercato dell'anno successivo diventava la "E".

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