Il termine cesaricidio indica l'assassinio di Gaio Giulio Cesare, avvenuto il 15 marzo del 44 a.C. (le Idi di marzo), a opera di un gruppo di circa una ventina di senatori i quali si consideravano custodi e difensori della tradizione e dell'ordinamento repubblicani e che, per loro cultura e formazione, erano contrari a ogni forma di potere personale. Temendo che Cesare volesse farsi re di Roma un numero variabile di circa 60 o 80 senatori si organizzarono in una congiura, guidata da «Gaio Cassio, Marco e Decimo Bruto» per uccidere il dittatore. Tra i congiurati oltre ai Pompeiani e ai repubblicani vi erano i sostenitori di Cesare che furono spinti a compiere questo assassinio prevalentemente da motivi personali: per rancore, invidia e delusioni per mancati riconoscimenti e compensi.

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