La guerra civile romana del 49 - 45 a.C., più nota come guerra civile tra Cesare e Pompeo, consistette in una serie di scontri politici e militari fra Gaio Giulio Cesare e i suoi sostenitori contro la fazione tradizionalista e conservatrice del Senato romano (Optimates), capeggiata da Gneo Pompeo Magno, Marco Porcio Catone Uticense e Quinto Cecilio Metello Pio Scipione Nasica. Essa fu il penultimo conflitto militare sorto all'interno della Repubblica romana. Avvenuta tra il 49 e il 44 a.C., la guerra civile che vide contrapposti Cesare e Pompeo fu il penultimo episodio bellico avvenuto nel contesto della Repubblica romana. Dopo i primi grandi successi in Gallia di Giulio Cesare e la successiva e strategica alleanza con Pompeo e Crasso che sfociò nel primo triumvirato, seguirono sviluppi politici che elevarono Cesare nell’Olimpo dei grandi conquistatori romani. Egli era amato dalla plebe che con grandi benefici dovuti ai ricchi bottini di guerra era riuscito sapientemente a portare dalla propria parte. Il Senato e Pompeo ora lo temevano, sapendo che al suo seguito aveva legioni temprate dalla guerra, costituite da cittadini di recente cittadinanza e legati a lui da un vincolo di fedeltà clientelare quasi assoluta. La definitiva conquista della Gallia ruppe definitivamente i sottili equilibri di potere che avevano retto fino a quel momento.

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