Quando un organismo muore, le sue difese immunitarie vengono meno così che, già dopo i cinque minuti successivi al decesso, il corpo esanime diviene presto meta di una grande varietà di microrganismi. Oltre alle precedentemente menzionate putrescina e cadaverina, derivanti dalla degradazione microbica delle proteine, alcuni microrganismi possono produrre anche delle tossine quali antrace e botulino. Per ovviare a questa “minaccia chimica”, gli essere viventi hanno sviluppato dei meccanismi di difesa. I coleotteri, per esempio, disinfettano le carcasse irrorandole di una sostanza con potere battericida. Gli avvoltoi invece fanno affidamento al loro stomaco estremamente acido, circa 10 volte più acido del nostro: un’acidità tale da riuscire a sciogliere una forchetta d’acciaio! Grazie a questa caratteristica, essi sono in grado di annientare pressoché qualsiasi carica batterica. Tuttavia, i batteri responsabili delle tossine dell’antrace e del botulino sono in grado di superare questa barriera annidandosi così nell'intestino. Non è ancora chiaro come questi uccelli riescano a sopravvivere al loro primo “impatto” con questi fastidiosi ospiti (specialmente in tenera età), ciò che è certo è che ad ogni contatto con queste tossine maturano rapidamente un numero crescente di anticorpi in grado di sviluppare una resistenza. Un’immunità che viene trasferita anche agli altri avvoltoi attraverso fenomeni di socializzazione.

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