Quando Filippo il Macedone (padre di Alessandro) acquistò il cavallo Bucefalo, si rese presto conto delle difficoltà di domarlo e pensò di restituirlo.

Ma il giovane Alessandro, osservando il comportamento del cavallo, si propose di montarlo e, nello stupore generale, vi riuscì. Egli aveva notato che Bucefalo temeva i movimenti della propria ombra e quindi lo rivolse col muso verso il sole prima di lanciarsi in sella.

Da allora Bucefalo non si lasciò montare da nessun altro e Alessandro non ebbe un altro destriero. Il cavallo accompagnò per quasi un ventennio il suo padrone nelle battaglie, alla conquista del mondo conosciuto.

Il suo nome deriva dal greco βοῦς (boûs), bue, e da κεφαλή (kephalḗ), testa e significa letteralmente "testa di bue". Secondo alcuni questo nome era un'allusione alla sua imponente stazza e alla sua somiglianza con tale animale: fronte larga, narici distanti, profilo leggermente concavo (caratteristico dei cavalli di razza orientale, in particolar modo della Tessaglia).

Molti studi sembrano però dimostrare che bucefalo fosse il nome usato per indicare i cavalli provenienti dalla Tessaglia, in quanto in quella regione si era soliti marchiare questi animali con la lettera greca alpha, rappresentata in alfabeto arcaico come una testa di bue.

Secondo un misto di descrizioni storiche e leggendarie Bucefalo aveva un mantello nero, una stella bianca sulla fronte e un occhio azzurro, di colore diverso dall'altro; sul fianco aveva una macchia a forma di toro.

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