Finchè in Baker Street si sentirà un violino suonare, Londra avrà Sherlock Holmes dalla sua parte. Non so se lo avete notato, ma sono molti gli oggetti che da soli basterebbero a descrivere il nostro detective preferito: il tipico berretto inglese con la visiera e il fiocchetto sulla nuca, per esempio (anche se nella serie tv lui ha affermato di trovarlo ridicolo), il cappotto lungo e l’elegante sciarpa che indossa sempre, la poltrona dove ama sedere a riflettere… E il suo violino. Essendo un tipo dall‘emotività piuttosto fragile, infatti, Sherlock detesta i cambiamenti e tende ad affezionarsi alle cose che lo circondano, le cose di cui sa di potersi fidare, al punto di farle diventare delle vere e proprie icone di se stesso; c’è una certa tenerezza in tutto ciò, perchè in tal modo dei semplici oggetti acquistano parte del suo carattere e parlano di lui anche se lui non è presente: non è un caso che Watson abbia abbandonato il 221B subito dopo la morte dell’amico e si sia guardato bene dal tornarvi per due anni, e soltanto dopo aver scoperto che Sherlock era in realtà vivo abbia accettato di rimettervi piede.

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