L'imperatore Claudio, udita la storia di un uomo che aveva messo in pericolo la sua vita nel tentativo di tenere sotto controllo l'aria del suo intestino, con un editto aveva legittimato i peti persino a tavola.

Di volta in volta simbolo di potenza virile o di grande villania. ora osannato, ora esecrato, fonte di reddito e di citazione letteraria. il peto, detto anche meteorismo, flatulenza, scoreggia, flatus, venticello, puzzetta o renza è inevitabile. E forse per questo occupa uno spazio di tutto rispetto nella letteratura di tutti i tempi. Dante Alighieri con una "trombetta" fatta col sedere da un diavolo chiude il ventunesimo canto de\\'Inferno, il greco Aristofane ne infarcisce le sue commedie. Petronio, arbitro dell'eleganza nella Roma imperiale, non li disdegna; il grande scrittore inglese William Chaucer ne argomenta nella sua Siimmoner's tale. e così fanno altri grandi della letteratura: Swift, Blake e Balzac. Scoreggiano le prostitute di Victor Hugo nel suo Notre-Dame de Paris e il personaggio inventato da Emile Zola nel romanzo La terra, per il cui verismo fu multato e imprigionato.

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