L'attacco di Pearl Harbor avvenne alle prime luci dell'alba di domenica 7 dicembre 1941, condotto da una flotta di portaerei, corazzate, incrociatori e altre navi della Marina imperiale giapponese contro la Flotta del Pacifico degli Stati Uniti e le installazioni militari statunitensi di Pearl Harbor, sull'isola di Oahu, nell'arcipelago delle Hawaii.

L'attacco provocò l'ingresso nella seconda guerra mondiale degli Stati Uniti, e un seguente internamento dei giapponesi ivi presenti, dove si diffuse nell'opinione pubblica un forte sentimento di odio verso il Giappone per quello che il presidente Franklin Delano Roosevelt definì, nel suo discorso alla nazione, come ("Giorno dell'infamia").

L'attacco fu concepito e guidato dall'ammiraglio Isoroku Yamamoto con lo scopo di distruggere la flotta statunitense del Pacifico. L'operazione fu un successo tattico notevole; tuttavia gli aerei giapponesi non poterono colpire le portaerei americane non presenti in porto al momento dell'attacco e rinunciarono a bombardare i depositi di carburante e l'arsenale della base. I danni inflitti alla flotta del Pacifico comunque furono pesanti: una corazzata saltò in aria, una si capovolse, altre tre furono affondate; molte altre navi furono colpite. Questi successi permisero al Giappone di ottenere il controllo momentaneo sul Pacifico e aprirono la strada alle successive vittorie nipponiche, prima che gli Stati Uniti riuscissero ad allestire una flotta in grado di contrastare quella giapponese.

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