La dissoluzione dell'Unione Sovietica fu il processo di disgregazione che coinvolse il sistema politico, economico e la struttura sociale dell'Unione Sovietica, compreso tra il 19 gennaio 1990 e il 31 dicembre 1991, portando alla scomparsa dell'Unione Sovietica, all'indipendenza delle repubbliche sovietiche e alla restaurazione dell'indipendenza nelle repubbliche baltiche, dando così nascita ai cosiddetti Stati post-sovietici.

Con l'elezione di Michail Gorbačëv nel 1985 quale segretario generale del Partito Comunista dell'Unione Sovietica (PCUS) era iniziata una nuova fase nella storia dell'URSS. Infatti, Gorbačëv fu sostenitore di un'innovativa politica per l'Unione Sovietica, fondata sui concetti chiave di perestrojka (ristrutturazione del sistema economico nazionale) e di glasnost' (trasparenza), volte al superamento dei problemi socio-economici del paese.

Questa politica di riforme, se da un lato portò alla fine della guerra fredda e dell'isolamento internazionale dell'URSS, dall'altro lato portò all'emersione dei problemi economici dello Stato che fino ad allora erano stati tenuti nascosti.

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