Era l’8 novembre del 1895. Quel giorno, nel laboratorio di Röntgen-Gedächtnisstätte (oggi diventato un piccolo museo) a Würzburg, cittadina bavarese, fu scoperta la radiazione elettromagnetica nell’intervallo di frequenza, nota al mondo come raggi X. Una rivoluzione nel campo della medicina che l’inventore, Wilhelm Conrad Röntgen, donò all’umanità, rifiutando di brevettare la sua scoperta per motivi morali. Al fisico tedesco fu assegnato il premio Nobel per la fisica nel 1901 «in riconoscimento dello straordinario servizio reso per la scoperta delle importanti radiazioni che in seguito presero il suo nome». Röntgen regalò il premio in denaro alla sua Università per finanziare nuove ricerche. Non è solo un detto che dietro a un grande uomo c’è una grande donna perché se oggi abbiamo i Raggi X lo dobbiamo anche alla moglie del fisico tedesco, Anna Berthe Röntgen, prima cavia di una delle più grandi innovazioni scientifiche. Lo scienziato si rintanò nel suo laboratorio per sette settimane a studiare i raggi catodici e la moglie lo sostenne sempre nella sua ricerca, gli preparò pranzi e cene e gli prestò anche la sua mano, che per 15 minuti fu esposta ai raggi, tanto che nella storica prima radiografia si nota l’anello nuziale sull’anulare della donna. Leggenda racconta che la signora si spaventò moltissimo vedendo le ossa della sua mano mentre era ancora in vita e non volle mai più mettere piede nel laboratorio.

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