Duce è una parola derivante dal latino «dux» che tradotto in lingua italiana significa "condottiero" o "guida".

Il termine viene adoperato con valenze istituzionali nella Repubblica di Venezia e nella Repubblica di Genova, dove prende la forma di Doge, fino alla caduta delle stesse nel 1797. Viene poi rispolverato fin dall'XIX secolo dalla propaganda risorgimentale, ad esempio in riferimento a Giuseppe Garibaldi e, più tardi, a Gabriele D'Annunzio nel periodo della Reggenza Italiana del Carnaro.

Durante la prima guerra mondiale era d'uso, nella retorica delle comunicazioni propagandistiche, definire il re Vittorio Emanuele III duce supremo, in quanto comandante supremo delle forze armate. Tale definizione riferita a Vittorio Emanuele III la si ritrova infatti anche nel Bollettino della Vittoria, seguente alla fine delle ostilità con l'Impero austro-ungarico nel 1918.

In seguito il titolo di duce passa a indicare Benito Mussolini, divenendo poi d'uso comune nel linguaggio quotidiano e propagandistico e ottenendo un particolare successo. Nella storiografia italiana, Mussolini è legato all'appellativo di Duce (per antonomasia), al tempo del fascismo riservato unicamente al culto della sua personalità. Oggi è ricordato con questo appellativo divenuto parte integrante del suo nome.

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