Mano è una parola familiare per italiani e spagnoli (dal latino manum) che i filippini hanno adottato per dimostrare il loro rispetto verso le persone più anziane o di autorità superiore. La parola mano, unita al termine Po, intraducibile di per sé solo, rappresenta un gesto di estrema cortesia. Un esempio: un nipote davanti alla nonna prende il dorso della mano della donna e lo porta alla propria fronte, pronunciando le parole mano po, traducibili come “Benedicimi”. Lo stesso può avvenire nei confronti di un sacerdote, dei genitori o di un superiore.

Il Po viene spesso inserito al finale delle frasi per renderle più cortesi. Invece di chiedere semplicemente “Come sta?”, diremo Kumusta ka Po, aggiungendo il Po al termine della frase. Ma il Po può essere citato anche in semplici risposte come No Po o Yes Po (quasi come il nostro “Sì o no, grazie”). In tagalog però “Si” viene tradotto con il suono oo, perciò, se dobbiamo dirlo con rispetto, diventa opo. Insomma, per un italiano nelle Filippine essere gentili attraverso il linguaggio non è proprio immediato…

Oltre all’uso di parole, i filippini “celebrano” il rispetto in diverse altre maniere.

Sui mezzi pubblici si dà priorità alle persone anziane, alle donne incinte o agli invalidi (come dovrebbe accadere ovunque). In qualunque luogo, che sia pubblico o privato, che sia un cinema o un ristorante, le persone anziane o con disabilità hanno diritto a uno sconto minimo del 20%.

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