Il cavallo di Troia è una macchina da guerra che, secondo la leggenda, fu usata dai greci per espugnare la città di Troia. Questo termine è entrato nell'uso letterario, ma anche nel linguaggio comune, per indicare uno stratagemma con cui penetrare le difese. La narrazione del mito non appartiene all'Iliade di Omero (che si conclude invece con i giochi funebri in onore di Patroclo e con il funerale di Ettore, ucciso in duello da Achille) ed è solo incidentalmente citato nell'altro poema omerico, l'Odissea. Viene invece ampiamente sviluppato nel II libro dell'Eneide di Virgilio: Enea, principe ed esule troiano, lo riferisce infatti alla regina di Cartagine, Didone, che lo stava ospitando in una delle tappe del viaggio che lo porterà infine a sbarcare sulle coste del Lazio, dove diventerà il capostipite della genealogia che avrebbe fondato Roma.

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