agg. [dal lat. tardo negativus, der. di negare «negare, dire di no»]. – 1. a. Che nega, che serve a negare, che esprime una negazione (è, in questo senso, il contr. di affermativo), spec. nella locuz. risposta n., di chi risponde di no a una domanda, o di chi non consente a una richiesta: dare, opporre una risposta n., e analogam. essere di parere, o esprimere un parere, n.; anche come s. f.: restare, tenersi sulla n. (v. negativa, nel sign. 1 a); raramente riferito a persona: mantenersi negativo, tenersi sulla negativa. In grammatica, particella n., la particella no; avverbî n., gli avverbî non, né; proposizione n., quella il cui verbo è accompagnato da una negazione. b. Nella logica, giudizio n., quello che si esprime con una proposizione negativa, sia universale (per es.: «nessun uomo è immortale»), sia particolare (per es.: «c’è qualche uomo che non è giusto»); argomento n., quello che si fonda non sulla prova diretta della verità che si vuole dimostrare, ma sulla negazione di ciò che è ad essa contrario.

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