Le passeggiate quotidiane erano un ingrediente immancabile nella routine di Einstein, che quando lavorava a Princeton (nel New Jersey) percorreva a piedi i 2,4 km andata e ritorno che lo separavano dall'università. Ormai un malloppo di studi scientifici ricollega i passatempi non accademici, e camminare soprattutto, a benefici per la creatività.Costringere il cervello a concentrarsi sul mettere un piede davanti all'altro e focalizzarsi su un'azione concreta in atto, favorisce una condizione detta ipofrontalità transitoria: mentre il pensiero consapevole e l'elaborazione delle informazioni vengono inibite, si favorisce l'intuizione creativa. Anche a quelle passeggiate, dunque, la scienza deve molto.

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