Antonio Meucci è considerato a tutti gli effetti l'inventore del telefono. Nel 1871 ha brevettato un apparecchio, chiamato telettrofono, che permetteva di comunicare a distanza. Già nel 1854 Meucci aveva costruito il primo prototipo di telefono. A causa delle precarie condizioni economiche, Meucci non era riuscito a brevettare prima il telettrofono. Nel 1871 ha fondato, insieme ad altri finanziatori italiani, la Telettrofono Company, ma è riuscito ad ottenere per la sua invenzione soltanto un brevetto temporaneo, che doveva essere rinnovato ogni anno al prezzo di 10 dollari. Meucci è riuscito a rinnovarlo solo per 2 anni, fino al 1873. Per ottenere un brevetto standard avrebbe dovuto pagare 287 dollari. Meucci ha poi provato a proporre l'invenzione a una compagnia telegrafica di New York. Il 7 marzo 1876 Alexander Graham Bell, che probabilmente aveva visto il progetto di Meucci, ha depositato il brevetto, attribuendosi così la paternità del telefono. Meucci lo ha poi denunciato, ma ha perso la causa: secondo il giudice il telefono brevettato da Bell era elettrico, mentre quello di Meucci solo meccanico. Soltanto l'11 giugno 2002 il Congresso degli Stati Uniti ha riconosciuto il contributo di Meucci nell'invenzione del telefono.

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