Lo stemma dei quattro mori compare per la prima volta nei sigilli in piombo della Cancelleria reale aragonese.

In Sardegna e su documenti sardi la prima sicura attestazione dello stemma è sul frontespizio degli atti del braccio militare del parlamento sardo, i “Capitols de Cort del Stament militar de Serdenya” stampato a Cagliari nel 1591.

Il frontespizio degli “Annales de la Corona de Aragòn”, pubblicato nel 1610 da Jeronimo Zurita affianca i tre stemmi della Corona: la croce d'Aragona, i pali di Catalogna ed i quattro mori, ormai peculiari della Sardegna.

Lo stemma da allora fu riprodotto sui più diversi supporti: pubblicazioni a stampa, tesi universitarie, carte geografiche, edifici e monete di età spagnola (cagliarese di Carlo II, 1665-1700) e sabauda (mezzo scudo di Carlo Emanuele III, 1768, cagliarese di Vittorio Emanuele I, 1813) fino al 1842 (centesimi di Carlo Alberto).

Dal Settecento ai quattro mori fu sovrapposto lo stemma sabaudo con aquila recante sul petto lo scudo rosso con croce bianca. La riscoperta delle identità nazionali, molto sentita nell'Ottocento, portò a percepire lo stemma dei quattro mori come simbolo identitario ed a riportarne l'origine al periodo giudicale.

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