L'epidermide (dal greco ἐπιδερμίς, epidermìs, composto di ἐπί, epì, «sopra» e δέρμα, dèrma, «pelle») è il più esterno dei due strati (insieme al derma) che compongono la pelle. Istologicamente è classificato come epitelio pavimentoso pluristratificato corneificato o cheratinizzato, essendo formato da cinque strati di cellule. L'epidermide si rinnova completamente attraverso un processo di proliferazione e differenziazione che porta continuamente nuove cellule generate nello strato più profondo a migrare e trasformarsi attraversando gli strati sovrastanti fino ad essere disperse per desquamazione. Essendo completamente epiteliale non è vascolarizzata e il suo nutrimento dipende dalla diffusione di metaboliti ed ossigeno dallo strato più superficiale del derma. Presenta uno spessore che varia dai 50 µm a 1,5 mm, massimo nel palmo delle mani o nella pianta dei piedi, numerosi annessi cutanei e terminazioni nervose. L'elasticità e la plasticità dell'epidermide sono molto sensibili alle variazioni metaboliche o a brevi immobilizzazioni che la portano a diventare più atrofica, secca e a desquamarsi più facilmente.

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