Sicuramente, punto focale della battaglia di Lutero fu quella di avvicinare direttamente i fedeli alla Bibbia nel rispetto di un diritto di tutti di poter leggere i testi sacri. La sua intenzione fu, difatti, quella di allontanarsi dalla tradizione che per secoli aveva celebrato la liturgia solamente in latino, lingua sconosciuta ai più. Cominciò così il suo lavoro di traduzione della Bibbia in lingua tedesca.

Inoltre, Lutero protestò per anni verso gli obiettivi impliciti di potere economico che la Chiesa perseguiva all’interno delle proprie gerarchie.

La Chiesa fu accusata di corruzione e nepotismo, ovvero favoreggiamento interno tra ecclesiastici e propri famigliari. Questa dimensione di lucro della Chiesa fu sottolineata anche dalla pratica della simonia, ovvero la compravendita di cariche ecclesiastiche, pratica tanto fortemente presente nella storia del Papato quanto nella critica formulata nelle suddette 95 tesi.

E prima fra tutte, come già citato, fu la critica alla pratica dell’indulgenza in riferimento alla possibilità di remissione parziale o totale delle pene; questa fu etichettata come pratica non solidamente fondata sulle parole della Bibbia.

Lutero basò molte delle sue riflessione sull’importanza della fede in Gesù Cristo come principale strada verso la salvezza della propria anima e contro il valore salvifico delle opere buone.

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