Stamata Revithi, una donna greca di umili origini ed amante della corsa su lunga distanza, decise di partecipare alla famosa gara, con l’idea di guadagnare un po’ di fama e denaro e trovare una via d’uscita dalla sua condizione economica precaria. Stamata si presentò al villaggio di Maratona il giorno prima della gara con l’idea di correre a fianco degli altri 17 atleti, ma la sua richiesta venne rifiutata dal comitato organizzativo.

Stamata non si fece scoraggiare e decise di correre i 40 chilometri da sola, il giorno successivo alla gara ufficiale, dopo aver trovato tre persone disposte a testimoniare la sua impresa ed il tempo di partenza da Maratona.

Alle 8 di quell’11 Aprile 1896, Stamata parte, e dopo 5 ore e 20 minuti arriva ad Atene, dove si scontra con due ufficiali militari che le vietano l’accesso al Panatinaiko (stadio olimpico, luogo di arrivo della gara ufficiale) ma al contempo registrano e ufficializzano il suo tempo di arrivo. Al traguardo della gara ufficiale, il giorno prima, erano arrivati solo in 9; Spyridon Louis, il vincitore, aveva corso in 2 ore e 58 minuti.

Nonostante il successo e la determinazione dell’atleta, non risulta che il comitato olimpico abbia riconosciuto la sua impresa in modo ufficiale, e per diversi decenni, la maratona rimase un affare per soli uomini.

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